IL FENOMENO
DEL TERRORISMO
Ragioniamo insieme ,
……i terroristi islamici sono individui
votati alla morte . Essi
compiono atti di estrema violenza , capaci di annientare con un sol gesto decine e decine
di vite umane ; immolando la propria vita in nome di Allah .
Essi sono pervasi di
un fanatismo religioso , ma anche politico e
culturale ? Sicuramente sì , essi sono spinti da una “
fede “ , che li rende , al contempo , eroi di un idealismo culturale e
religioso , ma anche strumenti di un potere politico.
Per la cultura occidentale
essi altro non sono che criminali ; tutto ciò che essi compiono fa parte del “crimine “ , perché atti criminosi sono quelli
che sono compiuti a partire dalla
preparazione di attentati , sino alla esecuzione degli stessi , provocando morti e stragi di altri individui
. Ma vi è un
aspetto di estrema importanza che deve essere
posto in evidenza , attraverso una
domanda : Tutti
questi atti violenti vengono
commessi in una situazione di pace
oppure di guerra ?
Non si può nascondere che si tratta di una vera e propria
guerra in atto , a livello globale , anche se diversa nelle modalità dalle
guerre del passato. Una guerra in cui non vi sono forze armate contrapposte ,
organizzate , pronte a scontrarsi , ma due “mondi “ ,
due “civiltà “ due “ religioni” , che si
differenziano , da una parte l’Occidente , dall’altra l’Oriente ; popolazioni e
paesi di milioni e milioni di persone , che si sono formate nei secoli attraverso
culture , esperienze , storie , religioni , usi e costumi sociali che si rivelano radicalmente diversi , gli uni dagli altri .
Con ciò si deve necessariamente affermare che sia
incompatibile la convivenza fra questi due mondi ?
No , non è così . La convivenza può benissimo realizzarsi ,
ma soltanto a condizione che ciascuno dei due mondi sia messo in condizione di poter praticare in
modo autonomo e senza interferenze disturbatrici le proprie rispettive regole
di vita sociale e religiosa. Esempi positivi
ve ne sono stati molti .
Questo può benissimo accadere in periodi di convivenza
pacifica e fra persone che non estremizzino i rapporti sociali . Ma attualmente la
realtà è ben diversa . In periodi come quelli attuali , nei quali si
stanno verificando in interi Paesi del Medio Oriente e nel Continente Africano , conflitti armati
, estremamente cruenti e violenti ,
volti all’impossessamento di risorse petrolifere e di
gas , da parte di potenze
rappresentate da Paesi sia occidentali sia orientali e
quindi , conflitti a livello
globale , mondiale.
In sostanza , gli episodi bellici degli ultimi anni , dalla fine della
seconda guerra mondiale ad oggi , che
hanno visto la caduta dei regimi dittatoriali , in Iraq con Saddam Hussein , in Afganistan con Bin
Laden e in Libia con Gheddafi , sono stati
provocati in tutti questi casi da
interventi di paesi occidentali , interessati al controllo e allo sfruttamento
delle locali risorse energetiche . Questi accadimenti hanno risvegliato nelle rispettive
popolazioni di origine musulmana antiche
e mai sopite ambizioni di potere e
conseguentemente anche accentuato contrasti tribali e religiosi , specialmente fra
Sunniti e Sciiti , che si sono estesi enormemente interessando
quasi tutte le aree dei paesi medio-orientali e anche africani e il nascere di movimenti insurrezionalisti
islamici , sviluppatisi adesso , in un
vero e effettivo impero del “ Califfato “, estremamente rigido e cruento . Il
progetto del Califfato è di natura
politico-militare ed è volto a stabilire il predominio assoluto dell’Islam
non solo sul mondo medio-orientale , ma anche sul continente africano. Ciò si
sta realizzando attraverso azioni
cruente , attentati , atti
terroristici nei territori di Paesi
europei , posti in essere da gruppi islamici estremisti , già da tempo
lì residenti , organizzati e diretti dal Califfato , finalizzati a
indurre i governi dei suddetti Paesi alla resa , ad abbandonare ogni
intenzione di intervenire nelle aree di loro interesse .
Man mano si sta assistendo ad un progressivo , inarrestabile
processo di destabilizzazione a livello
globale , in cui sono messi in discussione e
da ridisegnare i vecchi confini
territoriali , già determinati da accordi internazionali nel dopo guerra , sia
in Medio Oriente , sia in Africa ; come anche le influenze e gli interessi dei Paesi ex colonialisti .
In tale contesto di conflittualità generale , si rivela in tutta la sua drammaticità e anche tragicità , il fenomeno delle
migrazioni di massa , di popolazioni intere , dalla Siria , da Iraq , da
Regioni dell’Africa , che vede milioni di persone costrette a subire le sofferenze più atroci ,
la perdita di vite umane , di familiari , della casa e di tutti i beni ,
errando come disperati in territori stranieri e ostili , appare scontato che
le cosiddette “ diversità “ generino sentimenti di odio , di desiderio di vendetta
, di manifestazioni di violenza , anche
estrema , sotto forma di atti terroristici , e che
questi atti siano perpetrati proprio da chi
per anni è vissuto pacificamente
in un Paese che lo ha ospitato , ma che è coinvolto
attivamente nel contesto dei conflitti
armati.
Per questi motivi , ogni azione violenta , gli atti terroristici , ed anche
interventi di guerra vanno tutti e da tutti decisamente condannati . Vanno
perseguiti e condannati duramente tutti coloro che commettono crimini atroci , attentati
, omicidi di persone innocenti ; come è
giusto e doveroso difendere adeguatamente
la vita e la sicurezza delle persone , dei cittadini di un Paese
, che si trovi in pericolo da attacchi , aggressioni provenienti sia
dall’interno che dall’esterno.
Per
evitare che episodi tragici come quelli sino ad ora accaduti , possano degenerare in tragedie umane di
proporzioni ancora peggiori , è giusto e doveroso non smettere mai di invocare la pace ;
è doveroso , oltre che un diritto ,da parte di ciascuno di noi , impegnarsi nella vita di tutti i giorni affinchè prevalgano nella nostra comunità i
valori umani , di solidarietà ,
di pacifica convivenza civile , di
onestà , e fare in modo che tali valori
non siano sopraffatti , soffocati , ma anzi
che
essi risultino vittoriosi nella
lotta contro gli interessi di potere e di arricchimento perseguiti da coloro che gestiscono le leve
di comando.
I tre cardini sui
quali si impernia lo sviluppo di una società umana , sono costituiti dal “ Pensiero “ . dalla “ Economia “ e dalla “
Religione “ .
Il Pensiero , inteso come
sviluppo delle idee filosofiche e delle
ideologie politiche e sociali ; la Economia , intesta come sviluppo dei rapporti sia
commerciali , sia monetari fra le parti sociali ; la Religione , intesa come sviluppo del concetto della
Divinità e dei principi morali e spirituali.
Il fenomeno della “ Globalizzazione
“ , inteso come evento tipicamente moderno ed attuale , viene ad
interessare contestualmente tutti e tre
i fattori . Nei casi
in cui la globalizzazione si manifesta
con le trasmigrazioni di intere
popolazioni da un continente all’altro , da un Paese all’altro , per motivi e
necessità contingenti alla sicurezza
sociale e alla sopravvivenza , queste determinano inevitabilmente il confronto diretto di
ideologie diverse , di modi diversi di vivere usi e costumi e tradizioni e generano il grave problema delle possibili “ integrazioni “. Un problema che si appalesa complesso
, inevitabilmente difficile e effettivamente
irrealizzabile in modo completo , per le
differenti caratteristiche etniche e modalità di convivenza sociale , fra la comunità
residente e quella ospitata, e differenze che si radicalizzano attraverso la creazione di aree
abitative e residenziali fisicamente
separate fra le comunità medesime
.
Purtuttavia , vi sono
anche molti casi di integrazione vera e propria , che si verificano nel tempo , da singoli individui , da una
generazione all’altra , specie in certi ambiti sociali , come nel mondo del
lavoro e professionale oppure nella politica , nelle istituzioni .
La globalizzazione economica è un fenomeno determinato dalle leggi del mercato , che
interessano sia gli scambi di beni e
servizi , sia i rapporti finanziari regolati dalle norme fiscali e monetarie.
La abolizione dei dazi ha determinato il libero scambio delle merci e la unificazione monetaria
, consentendo condizioni di
stabilizzazione e difesa della moneta , la massima facilitazione dei rapporti finanziari e quindi migliori condizioni di competitività
fra imprese commerciali e industriali e
conseguentemente più occasioni di effettivo
sviluppo economico e sociale dei paesi
interessati .
Vi è però da evidenziare che la suddetta globalizzazione
economica può realmente
determinarsi come fenomeno positivo e
costruttivo soltanto se nell’ambito dei
Paesi interessati siano vigenti anche
norme precise e comuni in ordine alle regole fiscali , ai trasferimenti di
capitali , ai controlli sulle gestioni del denaro da parte degli istituti bancari e sui
rapporti societari . In caso diverso e negativo , la sola
globalizzazione monetaria , senza quella riguardante le norme fiscali
, viene ad essere causa di situazioni economiche più
difficoltose fra un Paese e l’altro e
quindi causa di gravi disuguaglianze fra
ceti sociali e sofferenze delle classi meno abbienti.
Riguardo alla Religione , sarebbe
un assurdo parlare di facile o facilmente possibile
“ globalizzazione” fra comunità diverse
. Infatti , questo è un fattore sociale estremamente delicato e complesso ; differente
e radicato in ogni particolare comunità e motivo per
cui ogni appartenenza religiosa viene a
costituire fra comunità diverse l’elemento divisorio
per eccellenza , e giammai un fattore globalizzante.
Semmai , può sussistere
una convivenza civile fra comunità diverse soltanto nel pieno ed
assoluto rispetto delle rispettive
attività di culto e manifestazioni religiose , atteso che
queste stesse non violino
le leggi statuali e di ordine pubblico vigenti nel Paese.
CONSIDERAZIONI di
Filippo Margio
In RISPOSTA
al tema
IL FENOMERNO DEL
TERRORISMO
Noi occidentali chiamiamo terrorismo ciò che invece dovrebbe
essere chiamato “la guerra del nuovo millennio”. Guerra che coinvolge paesi
orientali e occidentali direttamente ed indirettamente il cui interesse è la
definizione di un nuovo riassestamento delle aree di potere e influenze
economiche dei territori dei paesi orientali ed africani definiti nel secolo
scorso.
Guerra che prende il via con la necessità vitale dei mercati
occidentali di globalizzarsi e cioè verso la fine del secolo scorso.
Difatti già negli anni ’90 l’interesse dei sistemi economici
e finanziari del mondo occidentale per necessità vitale si era indirizzato in
aree orientali. I paesi emergenti quali la Russia e Cina, utilizzando le
proprie risorse energetiche e l’apertura ai mercati occidentali, si sviluppano
velocemente invadendo con beni a basso costo il mondo occidentale e sviluppando
un piano di colonizzazione economica in aree in cui si può sfruttare la risorsa
energetica più importante cioè il petrolio.
I paesi emergenti che nel secolo scorso garantivano la
maggior parte del fabbisogno energetico quali Arabia Saudita, Iran, Iraq…Libia…
ma che subivano il dominio dell’economia occidentale che stabiliva le
condizioni economiche, con l’avvento della globalizzazione e della rivoluzione
dei prezzi e quindi del sistema industriale, si trovano attori principali dello
scenario globale energetico e quindi capaci di poter competere con i paesi più
forti economicamente sul piano petrolifero.
Il mondo arabo proprietario di una notevole quantità di
petrolio entra in conflitto con se stesso per ridefinire i confini
territoriali. l’Iraq tenta di invadere il Kuwait per garantirsi un potere
maggiore di capacità estrattiva petrolifera a danno dell’Arabia Saudita che
rappresenta una garanzia per il mondo occidentale con il quale aveva fatto
contratti stringenti vantaggiosi in cambio di una protezione militare.
In questo nuovo contesto il mondo occidentale ritiene utile
per se stesso creare instabilità perenne in ogni paese di interesse strategico
dal punto di vista di ricchezze naturali (petrolio…rame.) e decide di invadere
l’Iraq, …la Libia…. credendo di avere
sotto controllo in particolare l’economia petrolifera.
Visione purtroppo corta perché mancante di un aspetto
fondamentale: la conoscenza delle diverse culture, religioni, radici
economiche, interessi territoriali, e del tentativo del mondo arabo di
affermazione nei confronti del mondo occidentale, che sottoposti nel passato ad
una colonizzazione schiacciante, avevano avuto nei secoli un percorso evolutivo
molto diverso dal nostro.
Chi sono gli sciiti, i sunniti? Come intendono questi paesi
lo Stato? Chi sono i musulmani? Quale risentimento covano nei confronti
dell’occidente?
I Paesi Orientali ed africani sono fermi da secoli nella
fase iniziale di Stati governati da regnanti di natura autoritaria. La
struttura sociale del mondo musulmano è costituita da tribù che fanno
riferimento a due gerarchie religiose originarie differenti del corano che è la
religione di Stato, sciiti e sunniti.
Non esiste un capo religioso ma più religiosi rappresentanti
che possono avere differenti interpretazione del corano.
Riepilogando: scontri di potere tra paesi governati da
sciiti e da sunniti ambedue capeggiati da religiosi che ognuno interpreta il
corano a modo proprio spalleggiati dai paesi occidentali che direttamente e
indirettamente ne impediscono realmente un processo di definizione di accordi
di pace.
In tutto questo contesto le guerre stanno creando ovviamente
movimenti umani di massa dalle terre devastate dalle bombe alle terre in cui la
pace ed il benessere da diversi anni regna, l’Europa.
Si aggiunge a tutto ciò il processo di integrazione da più
generazioni dei popoli musulmani nei paesi occidentali in particolare in
Europa.
Processo di integrazione però inteso secondo il principio
capitalistico dove il profitto negli ultimi anni ha governato sull’uomo.
Di conseguenza all’aspetto politico-economico sopraesposto
si aggiunge quello politico-sociale-economico all’interno delle società
occidentale europea.
Il reale processo di integrazione nei confronti dei migranti
mussulmani non è per nulla avvenuto in quanto ad oggi non è stato risolto il
problema interno di ogni nazione delle economie del nord e del sud e di un
welfare adeguato ad una sana integrazione delle classi economiche sociali.
La sociologia insegna che un gruppo i cui individui vivono
in armonia devono avere condizioni in cui deve esistere un equilibrio nelle
relazioni sia sociali che economiche
La sociologia insegna che se si inserisce un individuo in un
gruppo questi avrà una maggiore difficoltà di inserimento dovuta anche alla
diversità d’ identità verso quella del gruppo.
Quindi non è sufficiente una integrazione di welfare di tipo
sostentativo-economico. A questa va aggiunta una reale e fattiva azione di
accoglienza e cioè accettare il diverso utilizzando e includendo nella identità
del gruppo alcuni aspetti della nuova diversità. Ciò significa migliorare la
propria identità e dimostrare a chi entra che anche la sua diversità è utile
per dare vita ad una nuova identità del gruppo.
Il sistema capitalistico attuale che ci governa non è
assolutamente in grado di realizzare questo processo evolutivo!!!!
Il diverso, pur essendo di seconda generazione un europeo,
si è visto che non riesce ad integrarsi. Questi si sente rifiutato e cerca
altrove la propria identità e cioè quella più vicina alle sue radici. Nella
attuale situazione socio-politico-economico europeo in cui sono sempre più
palesi e crescenti le disuguaglianze sotto ogni punto di vista . Da queste
disuguaglianze di conseguenza nascono formazioni di gruppi estremisti. E’
evidente che questi gruppi sono attrattivi per tutte quelle categorie di
giovani psicologicamente deboli ed influenzabili!! Altresì questi gruppi di
tipo politico-religioso sono strumentalizzati dai governi mussulmani in lotta
tra loro che sfruttando i principi religiosi musulmani estremizzati, li
utilizzano come forza militare per raggiungere i propri obiettivi tra i quali
la destabilizzazione delle potenze economiche occidentali europee colpendone le
popolazioni.
E’ diffusa l’opinione che la globalizzazione è causa di
questa guerra. Nulla di più sbagliato! Il processo di globalizzazione è la
democrazia vera applicata ed è un processo necessario e lento che parte
dall’origine dell’uomo e cioè da quando l’uomo si è organizzato in gruppi e
delineato le aree geografiche del proprio potere economico-politico-sociale.
Nell’evoluzione dei tempi gli scambi commerciali per necessità economiche hanno
intrecciato relazioni tra i vari gruppi che spesso si sono aggregati fondendosi
(reale integrazione) sia per necessità che per dominio militare di un gruppo
sull’altro. Nascono le nazioni che con l’evoluzione anche del pensiero passano
da sistemi di potere dittatoriale a quello democratico. Processo che lentamente
sposta l’integrazione da una azione spesso cruenta a un’azione matura di
reciproca accoglienza. Oggi ancora però non ci siamo. Non siamo in un sistema
democratico maturo. La democrazia vera è in un sistema globalizzato pienamente
realizzato ed è e sarà la salvezza dell’umanità. Perché la vera democrazia
comporta la capacità di sviluppare aggregazione di gruppi sempre più integrati
garantendo la continuità del genere umano in una terra che ha dimensioni
definite e limitate.
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Note
sulla
RIVOLUZIONE
ISLAMICA (
brani tratti da Wikipedia –la enciclopedia libera )
Nel
1979 la rivoluzione islamica in Iran spazzò via
lo shah Mohammad Reza Pahlavi, con tutte le forze
d'opposizione riunite attorno all'ayatollah Khomeini. Il nuovo governo
instaurò la shari'a nel Paese e col
tempo iniziò a finanziare anche movimenti politici tra cui Hezbollah in Libano, successivamente
classificato come terroristico in vari Paesi del mondo, compresi quelli arabi
come la Giordania, l'Arabia Saudita e l'Egitto di Mubarak; i citati condannarono
le azioni di Hezbollah, mentre Siria e Iran si dichiarano
favorevoli alle azioni dell'organizzazione. . L'Unione europea rifiutò
inizialmente di qualificare Hezbollah come organizzazione terroristica, ma il
10 marzo 2005 il Parlamento europeo adottò una risoluzione non
vincolante che di fatto accusa Hezbollah di aver condotto «attività
terroriste»; gli Stati Uniti esercitarono pressioni sull'Unione per fare
includere il movimento nella lista delle organizzazioni terroristiche; il Consiglio d'Europa accusò poi Imad Mughiyah di
essere membro di Hezbollah e di attività terroristica.
Lo Stato Islamico
Una nuova sigla che si è affacciata sulla scena mondiale è lo Stato Islamico, proclamatosi
indipendente il 3 gennaio 2014 ma in precedenza conosciuto anche come Stato
Islamico dell'Iraq e della Grande Siria (ossia Stato
Islamico dell'Iraq e al-Sham, ISIS, o Segretario
Generale del califfato Islamico, ma anche spesso come Stato
Islamico dell'Iraq e del Levante (ISIL); la sua origine è dal
Jamā'at al-Tawḥīd wa l-jihād, al-Qāʿida in Iraq e Mujāhidīn del Consiglio della Shura
(attivo dal 1999 al 2006), e fondato dal salafita giordano Abu Mus'ab al-Zarqawi.
La sua storia si è incrociata con quella del Fronte al-Nusra crebbe
rapidamente diventando una forza combattente sostenuta dall'opposizione
siriana.
Il gruppo jihadista attivo in Siria e in Iraq ha come leader nel 2014 Abu Bakr al-Baghdadi, che ha unilateralmente[32] proclamato la
rinascita del califfato nei territori caduti sotto il suo controllo. Peculiarità dello Stato
Islamico è quella di riunire in una sola entità le caratteristiche
dell’esercito, delle modalità terroristiche, della fisicità del territorio in
cui risiede e della struttura statale.
Lo Stato Islamico ha anche coniato una sua moneta, seppure non riconosciuta
come lo stato a livello internazionale: il Dinaro dello Stato
Islamico
Il terrorismo islamista o, meno correttamente, islamico è
una forma di terrorismo religioso praticato da ristretti gruppi di fondamentalisti musulmani per raggiungere
vari obiettivi politici in nome della loro religione.
Da chi e da dove
provengono i finanziamenti
Una radicale trasformazione del terrorismo islamico si è avuta con
l'emergere di nuovi Stati con grandi disponibilità finanziarie come l'Arabia Saudita e gli emirati del Golfo Persico, caratterizzati anche
da forme di governo che si influenzano reciprocamente con gli ambienti
"clericali" islamici e con le dottrine legate a correnti di pensiero
integraliste come il wahhabismo. Questi Stati hanno
indirettamente finanziato (fosse anche inconsapevolmente), attraverso donazioni
da parte di istituzioni caritatevoli, gruppi più o meno legati al terrorismo, e
lo stesso si può dire di facoltosi esponenti del mondo privato di questa stessa
area. Non esiste un automatismo tra donazione e finanziamento al terrorismo, ma
parte dei soldi destinati ad opere assistenziali è stata usata per gestire
istituzioni di accoglienza in aree come il Pakistan, dalla quale gli
stranieri provenienti dal Golfo Persico, dalle Filippine o da altri paesi
con una popolazione almeno in parte islamica sono stati smistati presso i campi
di addestramento situati in Afghanistan o nell'area di
confine tra i due paesi; qui è stata fatta una ulteriore selezione tra i
candidati, destinandone alcuni a corsi specifici di uso degli esplosivi e
demolizione o gestione degli ostaggi.
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